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Relazione di
Cristina Parodi e Tina Visentini
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Per parlare di VMD di un paziente con o a rischio di LDD, è necessario prima definire che cosa si intende per VMD in generale |
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A partire dagli anni 80 in poi, importanti ricerche negli USA lhanno definita una vera e propria tecnologia ,specifica della Geriatria, dimostrandone lutilità secondo le leggi della Evidence Based Medicine ed evidenziandone lefficacia nel migliorare la sopravvivenza e lo stato funzionale degli anziani..
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R. Kane, uno dei più importanti geriatri a livello mondiale, ne sottolinea così limportanza |
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La VMD è una vera e propria metodologia di lavoro, capace di affrontare la globalità dei problemi dellanziano, e, in sintesi si compone di 4 momenti:
- valutazione del paziente nella sua globalità
- identificazione e quantificazione delle problematiche
- progettazione di un Piano Assistenziale Individualizzato ( P.A.I.) con obiettivi ed interventi specifici (preventivi,curativi e riabilitativi)
- verifica periodica e programmata dello stesso
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La VMD viene effettuata da unequipe multidisciplinare, coordinata dal geriatra, che valuta le condizioni cliniche, le condizioni mentali, le abilità funzionali ed i fattori socioambientali, tutte variabili determinanti della fragilità dellanziano.
Tale valutazione si avvale dellanamnesi e dellesame obiettivo ma, utilizza anche strumenti e scale di valutazione, capaci di misurare le diverse aree problematiche per arrivare alla formulazione di obiettivi ed interventi che definiscono il P.A.I. |
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Questi sono solo alcuni degli strumenti di comune impiego in geriatria. La lista non è certamente esaustiva, ma è una proposta tra quelli maggiormente utilizzati e validati. |
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Nel caso specifico delle lesioni da decubito, si può dire che le scale di valutazione servono ad individuare i pazienti a rischio e quindi a mettere precocemente in atto interventi preventivi |
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Esistono molte scale, più di 40, per la valutazione del rischio decubiti, ma solo 6 sono state studiate per la loro capacità predittiva; di queste, la Norton e la Waterloo, sono state studiate 2 volte, mentre la Braden ben 9 volte.
Non possiamo dire che sono le migliori ma sicuramente sono quelle con una maggior evidenza scientifica.
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Ricordiamo però che nessuna scala di per sé è perfetta e che sicuramente non si deve prescindere dalla valutazione clinica. |
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Questa è la scala di Braden la quale prende in considerazioni 6 indicatori che predispongono un soggetto a LDD in due modi: - esponendolo ad una prolungata ed intensa pressione sulle aree corporee a rischio (compromissione di sensorio, attività fisica e mobilità) - Diminuendo la tolleranza dei tessuti alla pressione (umidità della pelle, iponutrizione, frizione e scivolamento sui piani).
SENSORIO: intende la capacità di rispondere adeguatamente alla dolenza da pressione UMIDITA: intende il grado di esposizione della pelle allumidità dovuta a cause diverse (urine, sudorazione)
ATTIVITA: intende il grado di attività fisica soprattutto in relazione alla deambulazione
MOBILITA: intende la capacità di cambiare e di mantenere le posizioni del corpo NUTRIZIONE : intende lassunzione usuale di cibo (almeno relativa allultima settimana) FRIZIONE E SCIVOLAMENTO: queste 2 forze sono qui assimilate anche se la prima solitamente crea lesioni più superficiali (abrasioni) e la seconda interessa i tessuti più profondi
Lo score va da 6 a 23, con i valori più bassi indicanti un rischio maggiore:
Rischio alto per valori inf. a 16 nei pazienti acuti
inf. a 18 nei lungodegenti
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Nelle prossime slides vedremo l'esemplificazione di un caso clinico:
VMD
Formulazione del P.A.I.
conclusioni
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