Scopo della ricerca: Le lesioni da decubito rappresentano un importante problema assistenziale, una grave patologia per il paziente, ed un serio problema economico per le Strutture di degenza. Un attento monitoraggio del problema può generare un momento di riflessione sulladeguatezza e qualità dellassistenza.
Materiali e metodi: Momento propedeutico alla ricerca è stata la formazione di unequipe multidisciplinare, la redazione e condivisione del protocollo, un piano continuativo di formazione ed aggiornamento e la dotazione in tutti i reparti di un adeguato programma informatico condiviso in LAN.
La scelta poi delle medicazioni interattive come caposaldo del nostro protocollo, è stata conseguente ad unanalisi sui costi/benefici legati a questo tipo di presidio.
Risultati: Durante i 30 mesi di osservazione allinterno delle nostre 3 maggiori strutture (Paverano, Camaldoli e Castagna) che contano in totale una capienza di 1010 posti letto per unutenza al 69% formata da anziani, al 25% da handicappati psicofisici ed al 6% da pazienti psichiatrici, sono stati curati 768 ospiti affetti da ulcere, con un totale di 1652 lesioni. Di esse ben 537 sono state trattate nella sola RSA di I° livello S.Carlo, che ricovera temporaneamente pazienti in riabilitazione per eventi acuti (fratture, ictus ecc) di provenienza ospedaliera. E interessante osservare come questo reparto per post acuti, con capienza di soli 39 letti (meno del 4% dellintero nostro complesso), abbia gestito oltre il 50% dei pazienti (253 pazienti ulcerati vs 515) e delle lesioni (537 lesioni vs 1115) rispetto a quanto riscontrato nei restanti nostri reparti di degenza permanente. Nellaprile 2004 le lesioni attive erano per la RSA S.Carlo 6 (pari al 15,4% dei pazienti presenti in reparto) e per i reparti di degenza definitiva 39 (4% dei paz. presenti). Tenendo conto che la stragrande maggioranza dei pazienti in riabilitazione presentava le lesioni già al momento dellingresso in RSA, e cioè al momento della dimissione ospedaliera, una prima considerazione balza allocchio con discreta evidenza
Prendendo in esame lintera casistica si è assistito ad una percentuale di guarigione pari al 60% delle lesioni trattate, ad unincidenza di decessi del 20%, ad unuscita dal protocollo del 4%, ad un drop out per ricoveri ospedalieri o cambio di struttura del 4% ed ad una dimissione senza completa guarigione della lesione nel 12% (essenzialmente pazienti di S.Carlo dimessi e passati alle cure dellADI).
Le lesioni di I stadio sono guarite nel 76%, quelle di II nel 69%, quelle di III nel 44%, quelle di IV nel 15% dei casi. Risultati assai significativi sono stati riscontrati anche dal punto di vista del tempo di permanenza in situ delle medicazioni avanzate. Questo dato assume un certo rilievo per lottimizzazione conseguente dei tempi di assistenza ed il controllo della spesa. Per le lesioni di I stadio la durata media di permanenza in sede è stata di 9,3 giorni, per quelle di II stadio 6,7, per quelle di III stadio 6,2 ed infine 4,7 giorni per quelle di IV stadio.
Un dato infine importante è la segnalazione estremamente carente, al momento della dimissione ospedaliera, non solo sulla terapia specifica consigliata, ma anche sulla semplice presenza di lesioni da decubito, quasi che le ulcere da pressione non fossero una vera patologia ma un semplice inestetismo della cute
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